Visita Psichiatrica, cos’è e come si svolge

Visita Psichiatrica

Una visita psichiatrica è una visita medica specialistica svolta dal Medico Specialista in Psichiatria. La visita si concentra sulla salute mentale del paziente, e tipicamente consiste in un semplice colloquio tra medico e paziente.
Vediamo quindi con più dettaglio cos’è una visita psichiatrica e come si svolge.

Cos’è una Visita Psichiatrica

Una visita psichiatrica è una visita medica svolta da un medico specialista in Psichiatria, con alcune caratteristiche particolari. Simile a tante altre visite specialistiche, tuttavia, si concentra in genere meno sul corpo e principalmente sugli aspetti psicologici e mentali, aspetti che si esplorano attraverso la parola e il dialogo. Al contrario di quello che può sembrare da film o serie tv poco accurati, la visita spesso consiste in un semplice colloquio tra due persone sedute una di fronte all’altra, senza lettini o particolari accorgimenti. Ascoltando e con domande appropriate, cercando di mettere a proprio agio i pazienti, il medico psichiatra svolge la propria valutazione sulla base della richiesta dei pazienti e del problema riportato.

In questo articolo descriverò una modalità generale di come potrebbe essere svolta una visita, ma dal momento che ogni medico applica un proprio stile di colloquio, possono naturalmente esserci differenze nelle modalità di lavoro di altri psichiatri.

Come si svolge una Visita Psichiatrica

In genere, si inizia presentandosi e chiedendo ai pazienti la ragione per cui è stata richiesta la visita. Ascoltando, e con qualche domanda di chiarimento, si comprende la ragione della visita. Per fare un esempio, una problematica ansiosa che sta avendo un impatto sul lavoro e sulle relazioni. Il passo successivo è, tipicamente, l’anamnesi.

1. Anamnesi

Nella visita psichiatrica, attraverso una accurata ricostruzione della storia dei pazienti, si identificano elementi importanti: periodi di difficoltà, momenti in cui si presentano sintomi (ad esempio ansia, umore depresso e così via). Sulla base di ciò che i pazienti riferiscono, e sulla documentazione che viene portata in visita, tipicamente si raccolgono informazioni su:

  • Anamnesi familiare: in cui si raccolgono informazioni su patologie e sintomi dei familiari a noi vicini, con particolare attenzione alla salute della mente.
  • Anamnesi fisiologica e personale: abitudini (ad esempio hobby), stile di vita, alimentazione e sonno, avvenimenti importanti nella vita dall’infanzia all’età adulta, caratteristiche dell’ambiente di vita, relazioni, lavoro.
  • Anamnesi farmacologica: farmaci e integratori assunti attualmente o in passato (se ben tollerati, se efficaci o inefficaci). Eventuali allergie o intolleranze, ad esempio a farmaci, cibi o altre sostanze, con le rispettive reazioni.
  • Anamnesi patologica remota: quali patologie si sono presentate nel corso della vita, come anche interventi chirurgici, eventuali ricoveri e così via.
  • Anamnesi patologica prossima: in modo approfondito, le caratteristiche del problema che ha portato alla visita.

Inoltre, medico e pazienti possono scegliere, in considerazione della complessità e della variabilità delle informazioni che emergono da questa raccolta, di approfondire maggiormente alcuni elementi rispetto ad altri. Personalmente tendo a dedicare molto tempo all’anamnesi alla prima visita, ma come detto, ogni clinico sviluppa nel tempo un proprio stile.

2. Valutazione alla visita

Fin dall’inizio della visita psichiatrica, il medico psichiatra osserva e valuta le caratteristiche del paziente. Come un medico cardiologo si concentra sul cuore e sui vasi, il medico psichiatra si concentra sulla mente. Valuta quindi aspetti come l’umore, la presenza di ansia, la velocità del parlato, la coerenza dei discorsi, sempre nel modo più oggettivo possibile e senza mai essere giudicante. Teniamo a mente che un’eventuale alterazione in uno di questi aspetti non significa di per sé alcuna diagnosi. Infatti, tratti che ci caratterizzano possono essere diversi rispetto alla maggior parte delle altre persone ma non per questo essere patologici, ed è compito del medico psichiatra distinguerli.

Questo processo descrittivo, che prende il nome di esame di stato mentale permette di tenere traccia della situazione psicologica dei pazienti e, visita dopo visita, di confrontare eventuali cambiamenti anche a distanza di tempo. Inoltre, in particolare alla prima visita e talvolta nelle successive, può anche essere svolto un esame fisico. Il medico valuta – a seconda del caso e della disponibilità del paziente a svolgerlo (pensiamo, ad esempio, a un colloquio di urgenza) – quanto considerarlo prioritario.

3. Orientamento diagnostico o diagnosi

Sulla base delle informazioni raccolte, inclusa la valutazione alla visita e con domande di chiarimento, il medico sviluppa un’idea iniziale del problema dal punto di vista medico-psichiatrico. Quindi, sulla base della propria conoscenza e della letteratura scientifica più aggiornata, viene formulata una diagnosi o viene indicato un orientamento diagnostico. In alcuni casi possono essere indicati – per distinguere i sintomi da quelli di altre malattie, non psichiatriche, che si manifestano a livello mentale – esami di approfondimento (ad esempio esami ematochimici, o di imaging).

In psichiatria si parla spesso, soprattutto nelle prime visite, di orientamento diagnostico proprio perché non sempre ci sono immediatamente sufficienti elementi per fare una diagnosi formale. In genere, in questa fase della visita psichiatrica spiego nel dettaglio il significato della diagnosi, ad esempio illustrando il significato di termini e sfatando miti rispetto alla malattia. Anche chiarire la prognosi e l’evoluzione della malattia nel tempo è estremamente importante. Questo processo informativo prende il nome di psicoeducazione, ed è necessario per dare valore al passo successivo.

4. Trattamento e condivisione

Una volta individuata dal punto di vista medico la difficoltà che ha portato alla visita psichiatrica, il passo successivo è tipicamente di discutere le modalità per trattarla. Compito del medico è di evidenziare quelle che, secondo il suo giudizio, sono le opzioni di trattamento a disposizione. Questo tipicamente include un trattamento psicologico (come ad esempio un percorso di psicoterapia), un trattamento farmacologico, o una combinazione di entrambi.
In questa fase normalmente il medico ha già una propria idea del trattamento che ritiene migliore, ma è importante tenere a mente che ogni scelta ha caratteristiche diverse, vantaggi e svantaggi. Perciò, è importante fornire informazioni esaustive rispetto alle peculiarità delle diverse scelte e scegliere insieme al paziente quale sia il trattamento più appropriato per il suo caso. C’è chi preferisce un trattamento più veloce, anche se con alcuni potenziali effetti collaterali, rispetto ad uno più lento. C’è chi preferisce provare inizialmente con un percorso di colloqui prima di iniziare un trattamento farmacologico. Mi sono trovato talvolta a ragionare su grafici e tabelle insieme ai miei pazienti, cercando di comprendere le loro priorità, accompagnandoli nel valutare la scelta più corretta secondo il loro punto di vista. L’importante, in questa fase, è parlare chiaro e apertamente da entrambe le parti. Aspettative, paure, desideri, priorità, tutto rientra nella scelta e non si deve avere timore di parlarne col proprio medico.

5. Conclusione della visita

Verso la fine della visita psichiatrica è sempre importante lasciare uno spazio per possibili domande o dubbi dell’ultimo momento. Al termine, si concorda quando si svolgerà la visita successiva.

Conclusioni

Come visto in questo articolo, a seconda delle diverse necessità di ognuno e della propria storia di vita, la visita psichiatrica può avere obiettivi differenti. Si tratta principalmente di un colloquio in cui il medico ascolta, informa e fornisce la propria valutazione professionale, concordando possibilità di trattamento.
Ma quali che siano le ragioni, ricordiamo sempre che chiedere un aiuto non è mai un errore, perché la salute mentale è un problema, purtroppo, ben più diffuso di quanto si parli. E chiedere un aiuto a uno psichiatra significa chiedere aiuto a un medico che ha una formazione specifica nella salute mentale degli adulti, che non prescrive necessariamente farmaci, e può essere il primo passo di un percorso di cura per sentirsi meglio.

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