Come non farsi ingannare dalle fake news

Fake news

Le fake news sono quelle informazioni che non hanno un riscontro nella realtà, e che sono quindi false per definizione. Negli ultimi anni, con la crescente popolarità dei social network, si è assistito ad un aumento della condivisione di queste notizie. Questo perché le fake news circolano sfruttando alcune nostre vulnerabilità emotive e psicologiche.
Tuttavia, è importante ricordare che le fake news hanno il potenziale di creare danni concreti, per esempio trattando in modo errato tematiche come la salute. Per questa ragione è assolutamente fondamentale saperle riconoscere, e per farlo bisogna sviluppare un modo di pensare logico e scientifico.

L’obiettivo di questo articolo è di fornire strumenti per riconoscerle, e di trasmettere i più importanti elementi di un modo di pensare scientifico e logico.

Definiamo le fake news

Una fake news è una qualsiasi notizia o informazione falsa. Non sono per forza delle notizie in senso stretto, come delle pagine di siti internet, ma possono anche essere un post su un social network, un’immagine con testo condivisa su una chat di gruppo, una chiacchiera ascoltata e ripetuta. Hanno però in comune un elemento: non sono vere.
Alla maggior parte di noi è capitato di incontrarle in qualche modo, soprattutto come condivisione di qualche contatto sui social network. Tipicamente, circolano all’interno di gruppi di persone affini, come amicizie o gruppi che condividono passioni. Le fake news esistono da sempre, come satira, come modalità per attaccare gli avversari e così via. Tuttavia, quello che fino a pochi anni fa sarebbe stato ripetuto ad una serata in un bar con pochi amici al tavolo, senza particolari conseguenze, oggi finisce nella homepage di centinaia di persone in un istante. E qualcuno tra loro la condividerà sul proprio profilo, la ripeterà ad amici e colleghi, ripetendo il ciclo.

Caratteristiche delle fake news

Le fake news possono essere molto diverse, ma hanno in genere elementi in comune. Nella mia esperienza i più importanti sono cinque: semplificazione eccessiva dell’argomento, appello ad un’autorità rifiutando allo stesso tempo l’autorità ufficiale, difficoltosa attribuzione della notizia, identificazione di un nemico, appello alle emozioni e ad un senso di rivalsa e di vendetta. Vediamo queste caratteristiche con qualche esempio.

1. Semplificano troppo

Una fake news per circolare deve essere letta. Le persone continuano a leggere solo ciò che capiscono. Quindi, per circolare l’argomento deve essere facilmente comprensibile, sempre, anche a costo della precisione. Questo, per chi crea fake news, è un vantaggio. Perché può citare i dati interpretandoli a proprio vantaggio, escludendone porzioni, non allegando fonti, usando la scusa della brevità del messaggio. Inoltre, la semplificazione fa credere a chi legge la notizia di poter comprendere pienamente la questione. Tuttavia, un argomento falso da solo non circola. Servono altri elementi.

2. Fanno appello all’autorità ma rifiutano l’autorità stabilita

Nelle fake news, spesso e volentieri, c’è un appello all’autorità. Questo perché chi crea le fake news non si firma, e serve sempre una persona reale per rendere più credibile un’affermazione.
Nelle fake news mediche, per esempio, viene spesso citato qualche medico. Non è raro, poi, che quel medico non abbia mai pronunciato nulla, altre volte neanche esiste. Ma la cosa interessante di questo punto è che da un lato c’è un appello all’autorità (“quello è un medico, ha studiato, e pensa questa cosa che vi lascerà senza parole!”) e dall’altro lato c’è un rifiuto dell’autorità e delle istituzioni riconosciute (“quei professori vogliono fregarci, i loro testi sono pieni di bugie, sono pagati, le loro parole non valgono nulla!”), ignorando il fatto che il presunto medico si sarebbe formato e laureato studiando e ripetendo nozioni che provengono da quei professori e da quei libri.

Di fatto, quindi, il medico è medico perché ha studiato, e quindi di lui o lei ci fidiamo. Ma di loro invece no, perché sono falsi, cattivi e hanno altre motivazioni, anche se hanno scritto i libri, tenuto le lezioni e prodotto le linee guida su cui si è formato il medico in cui abbiamo tanta fiducia. Per via di questo, infatti, se sono citati professionisti reali vengono spesso citati professionisti radiati dai loro ordini professionali o comunque noti per le loro posizioni fortemente criticate dalla maggior parte dei colleghi. Tuttavia, questi elementi che normalmente porterebbero a sfiducia – visto che un medico radiato dall’ordine professionale non può praticare la professione, vengono usati come rinforzo e conferma (“visto? non li zittirebbero se non avessero ragione, la verità è che temono il confronto!”).

3. È impossibile attribuire la notizia

Avete presente quando sui social scrivono “fate girare, fate copia e incolla sul vostro profilo”? Vi siete mai chiesti perché? Chi lo scrive sosterrà certamente che è per impedire che i presunti cattivi possano far cancellare il post condiviso su tutti profili cancellando semplicemente il primo, eliminandolo dalle bacheche di tutti in un momento. Ora, già fa abbastanza ridere l’idea che questi presunti onnipotenti possano fare questo ma non possano usare una funzione “cerca” sui vari profili e cancellarlo comunque, ma l’obiettivo di questa indicazione è un altro. Se si fa copia/incolla sul proprio profilo, non si sa mai da quale profilo è nata la fake news. Quindi la fake news circola, circola e circola, e quando sarà abbastanza diffusa sarà molto difficile andare indietro e identificarne il primo autore, visto che tutti potranno dire di averla copiata da qualcun altro, incluso chi l’ha inventata.

4. Presentano un nemico

Le persone sono motivate a fare qualcosa, qualsiasi cosa, se il terreno della battaglia è chiaro: loro sono i buoni, e dal lato opposto ci sono i “cattivi”. I nemici possono essere tanti e diversi: i presunti e mai identificati poteri forti, i politici (spesso di una parte sola), i medici (spesso pagati da qualcuno), gruppi di aziende, istituzioni (come l’Europa), circoli ristretti misteriosi e così via. Sentirsi parte di un gruppo è una tendenza umana con forti basi evolutive e un fortissimo elemento di aggregazione. Perciò, tanto più ci si sente dalla parte dei buoni, tanto più si sentirà il bisogno di fare qualcosa (per la fake news: condividerla), perché in fondo due click costano davvero poca fatica.

5. Fanno appello a emozioni e senso di rivalsa

Senza quest’ultimo punto, la fake news non funziona, e si ricollega al punto precedente. La persona che condivide la fake news deve sentire delle emozioni. I titoli quindi sono spesso esagerati, le immagini devono scatenare emozioni forti (bambini che piangono, il nemico viene disegnato con tratti caricaturali). E non devono essere emozioni qualunque, ma emozioni di preoccupazione, di rivalsa, di vendetta. Perché chi condivide deve sentirsi bene per aver informato le altre persone, deve sentire che ciò che lui o lei non ha, non lo ha perché è onesto, puro e speciale, mentre gli altri sono corrotti, hanno altre motivazioni, non sono abbastanza intelligenti e così via. Più il nemico è disumanizzato e più è una caricatura, tanto più sarà facile immaginarlo a colpire quelli che invece sono onesti, puri e che vogliono solo informare.

In sintesi

Non tutte le fake news hanno queste caratteristiche, e non tutte le motivazioni di chi le condivide sono le stesse. Tuttavia, i punti più importanti sono i seguenti: la persona deve sentire di avere capito tutto (anche se non lo ha capito), che c’è un’autorità che in qualche modo conferma quelle idee (anche se criticata dalla comunità scientifica), e che anche se non si capisce benissimo da dove viene questa notizia fuori c’è un nemico chiaro e ben definito che si comporta male, e questo scatena emozioni e fa sentire la persona speciale. Perché quella persona sa qualcosa che gli altri non sanno. E la cosa migliore? Per sentirsi meglio basta premere il tasto condividi, per dirlo a tutti.

Ora che abbiamo discusso alcune delle più importanti caratteristiche di una fake news, vediamo come riconoscerle.

Come riconoscere le fake news

Abbiamo visto alcune tra le più importanti caratteristiche delle fake news. E ora, come possiamo riconoscerle?
Dobbiamo sviluppare un modo di pensare scientifico, e comprendere che il nostro naturale modo di pensare ha delle mancanze, delle vulnerabilità, che le fake news cercano di usare per continuare a circolare.

Teniamo a mente le caratteristiche delle fake news

Per quanto non esaustive di ogni possibile variante, le caratteristiche descritte poco sopra sono diffuse. Perciò, riconoscere quando sono presenti può aiutarci a distinguere una fake news da un articolo di opinione, che è invece perfettamente legittimo. Per esempio, l’articolo di opinione cercherà di descrivere in modo abbastanza equilibrato i diversi punti di vista. Non demonizzerà una delle due parti, ma cercherà di spiegarne le motivazioni (pur sottolineando quale delle due sostiene maggiormente). E firmerà l’articolo, esplicitando i propri titoli e la sua formazione. Teniamo a mente queste caratteristiche, e avremo fatto il primo passo.

Consideriamo fonti e autore

In un mondo gioioso, meraviglioso e colorato, ogni persona è sempre libera di dire la sua e le sue opinioni vanno ascoltate e comprese e, in caso di disaccordo, spiegare perché. Nel mondo reale, purtroppo, a scrivere una bestialità ci si mettono dieci secondi, a spiegare perché è una cosa inascoltabile ci si mettono intere ore. Perciò, la credibilità delle fonti e dell’autore ci permette rapidamente di rifiutare, con grande serenità, le opinioni di chi nel tempo ha dimostrato più e più volte di manipolare volontariamente i dati, di mentire e di rappresentare falsamente questioni, argomenti o dibattiti. Oppure, anche di chi si esprime su argomenti che ritiene di conoscere ma che, in precedenza, ha sbagliato con frequenza, ripetendo errore dopo errore senza mai scusarsi né correggere il tiro. Semplicemente non c’è altro modo, o si passerebbe tutto il tempo a scrivere, scrivere e scrivere, dovendo trasmettere la totalità delle competenze di un percorso di laurea.

Allo stesso tempo, una buona credibilità dell’autore non deve farci accettare senza ragionamento l’opinione di qualcuno, che deve essere sempre ascoltata in modo critico e ragionato, per quanto possibile. Ma se non abbiamo gli strumenti per capirlo, come facciamo? La risposta è nel prossimo punto, cercando altre fonti.

Consultiamo altre fonti per conferma

Il metodo scientifico si è evoluto negli anni, ed è composto da una fitta rete di studi di conferma (come gli studi indipendenti) e di rivalutazioni periodiche (come le revisioni sistematiche) dei tanti risultati che la scienza produce. Un prossimo post analizzerà queste regole, ma il messaggio da tenere a mente è che raramente qualcuno ha un’opinione ed è l’unico (o sono pochissimi) ad averla. Ci saranno, quindi, altre fonti che parleranno di questo argomento, e la loro credibilità può aiutarci a capire indirettamente se le loro conclusioni coincidono.

Attenzione alla falsa percezione di realtà nei social network

In particolare nei social network, c’è una tendenza a filtrare (per esempio non mostrandoceli) i contenuti opposti rispetto alle nostre opinioni. Questo perché i social network sono aziende il cui fatturato dipende dalla loro capacità di tenerci il più possibile sui loro portali, così da mostrare pubblicità adatte a noi, raccogliendo informazioni per indirizzarle meglio. Viste le sensazioni negative che dover cambiare opinione porta con sé, le persone tipicamente se sono troppo esposte a informazioni che non coincidono con le loro opinioni, finiscono per chiudere il portale e andare a fare qualcosa di diverso. Perciò, in automatico, i social network ci mostrano notizie e post che diminuiscono la probabilità di farci uscire dai loro portali, e che quindi coincidono col nostro pensiero. Ci tengono quindi interessati e contenti aumentando di molto la probabilità di farci vedere qualcosa che coincide col nostro pensiero e diminuendo la probabilità di farci leggere un pensiero che contrasta col nostro.

Tuttavia, questo crea l’impressione che la quasi totalità delle opinioni che ci circondano coincida con la nostra. Si rischia quindi di avere una percezione scorretta del mondo che ci circonda, della pluralità delle opinioni, e dell’argomento nella sua totalità. Perciò attenzione, i social network possono essere utili strumenti per tenersi in contatto, ma vanno usati con coscienza.

Consideriamo i nostri bias cognitivi

Un bias cognitivo è una distorsione della mente basata su pregiudizi, opinioni e pensieri che abbiamo. È un errore, insomma, nel nostro modo di ragionare perché la nostra mente non è perfetta, e può essere tratta in inganno da sé stessa. Questo avviene perché per noi è difficile cambiare la nostra opinione su un argomento. Visto che la mente cerca stabilità e serenità, e visto che cambiare opinione significa accettare un proprio errore, questo porta con sé sensazioni negative, fatica e fastidio. Proprio per questo, serve uno sforzo intenso per guardare oggettivamente alle questioni, alle notizie, alle informazioni. Perciò, nella verifica di una notizia, è molto importante fare attenzione a noi stessi.

Tutto questo è molto teorico, perciò facciamo qualche esempio di bias, per comprendere meglio di cosa stiamo parlando e a cosa dobbiamo fare attenzione.

1. Bias di conferma

Quando qualcosa non quadra con le nostre opinioni precedenti, è frequente cercare una conferma delle proprie idee. “Possibile che abbiamo sbagliato? Cerchiamo un po’ sui motori di ricerca. Ecco, il terzo risultato è quello che cercavamo, ottimo. Visto che avevamo ragione?” E invece no. Perché l’obiettivo della ricerca era cercare elementi a sostegno della nostra opinione, non fare una ricerca più completa e ampia per capire le ragioni dell’altra parte. Rischiamo di aver trovato uno dei pochi articoli che sostengono la nostra opinione, quando magari molti altri ci danno torto ma non li abbiamo cercati né trovati. È perfettamente naturale, e dobbiamo combattere il più possibile contro questa nostra tendenza.

2. Bias di autorità

È il bias per cui se un’autorità dice qualcosa, questo è giusto a priori. Tuttavia, non sempre l’autorità ha ragione su tutto. Come detto, nelle fake news si trova spesso l’uso di nomi e di persone “titolate” per sostenere idee non condivise dalla quasi totalità della comunità scientifica. Nella scienza, però, un gruppo di persone con un’opinione diversa, con una formazione riconosciuta e buona credibilità si trova sempre se le loro ragioni sono valide, soprattutto se notizia del loro punto di vista ha raggiunto il mondo non-scientifico (come ad esempio i media generalisti). E nel mondo scientifico non c’è mai timore di parlare di questo confronto, di cui perciò si troverà traccia anche nelle pubblicazioni, che evidenzieranno la presenza di diversi punti di vista (pur sostenendo il proprio). Tuttavia, se tracce di questa contrapposizione non si trovano da nessuna parte se non in siti di controinformazione, senza fonti o pubblicazioni valide a loro sostegno, è molto più probabile che non ci sia davvero la contrapposizione che la notizia vuole far passare come vera, e che la stessa contrapposizione sia la fake news.

3. Falso compromesso

Non sempre la verità sta nel mezzo, anzi. Certo, ci fa sentire bene dare un po’ di ragione a tutti, così da far sentire tutti accettati e ascoltati. La realtà però non segue le regole del “politicamente corretto”. Quindi, i dati vanno visti in quanto tali e le conclusioni non devono essere per forza un equilibrio dei diversi punti di vista.

4. Effetto Dunning-Kruger

Si tratta di un bias per cui, conoscendo solo superficialmente un argomento, riteniamo di conoscerlo tutto sommato piuttosto bene. Quindi, sovrastimando la nostra capacità di comprenderlo nella sua completezza, non lo approfondiamo oltre e iniziamo a parlarne. La possibilità coi social network di metterci in contatto con chiunque ha portato all’esasperazione di questo effetto, in cui persone con una preparazione di livello introduttivo (a voler essere generosi) si sentivano fiduciosi nelle loro conoscenze al punto da discutere con professori e ricercatori di ogni genere (in medicina, in economia, in diritto) criticandoli aspramente.

5. Richiamo alla natura

Questo è un bias tipico delle fake news mediche, per cui ciò che è naturale sarebbe per forza migliore di ciò che è artificiale. È un dato privo di senso, perché anche in natura sono presenti sostanze pericolose, e la farmacologia è una materia molto più complessa della semplice contrapposizione tra naturale e artificiale.

Non diamo per scontato che qualcun altro abbia fatto questo lavoro per noi

È sempre nostra responsabilità ragionare sulle cose. E attenzione a non confondere la competenza in un ambito (per esempio essere laureato in economia, o in legge) con una competenza in tutti gli altri ambiti (per esempio essere competente in medicina, vale ovviamente anche il contrario). Tutti possono sbagliare, e tanto più l’argomento è lontano dalla formazione di chi ne parla, più è probabile che questo processo di verifica sia impreciso e scorretto perché semplicemente richiede più lavoro e impegno per colmare le mancanze. Attenzione.

Conclusioni

In sintesi, per non farsi ingannare dalle fake news la cosa più importante è fermarsi e ragionare, senza lasciar vincere il nostro istinto che, spinto dall’emotività di voler far la cosa giusta, può farci sbagliare. Nel dubbio, non “facciamo girare che non si sa mai”, non “condividiamo che alla fine non succede nulla” ma affidiamoci a professionisti con una formazione valida e riconosciuta. Ci sono concreti sospetti che le fake news stiano portando, nel tempo, ad una maggiore polarizzazione delle opinioni nel mondo, impedendo un dialogo costruttivo, facendoci sentire sempre più parte di un gruppo, ma allo stesso tempo sempre più isolati. Accettare senza ragionarci una fake news diminuisce la libertà di pensiero e di opinione, e diffonderla fa lo stesso con gli altri.
E certo, questa lista non è esaustiva, negli anni sono stati scritti fiumi di parole sulle fake news e su come evitarle. Ma se facciamo tutti lo sforzo di implementare anche solo qualcuna tra queste indicazioni, il dialogo in presenza di diversi punti di vista diventerà più tollerante, gentile e rispettoso degli sforzi di tutti. Teniamolo a mente, sempre.

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